Festival della Diplomazia IX Edizione in deep

festival diplomacy

Dal 18 al 26 ottobre, nell’ambito del Festival della Diplomazia si sono svolti 79 eventi, 5 percorsi tematici (Geopolitica, Economia, Ambiente, Cultura e Identità, Futuro), per capire le relazioni internazionali e interpretare la complessità dell’attività diplomatica.

L’edizione di quest’anno è stata insignita della medaglia di Rappresentanza dal Presidente della Repubblica.

Nelle quattro giornate di attività, non poteva mancare il contributo della ricerca sui temi affrontati della IX edizione.

Presso il Centro Studi Americani di Roma, Stefania Capogna, per il centro Dites, a partire dal Rapporto Moving for Prosperity, ha presentato una riflessione su flussi migratori e disuguaglianze.

Il ragionamento è partito da un richiamo all’ingiusta distribuzione della ricchezza mondiale. Solo a titolo di esempio, si è ricorda che nell’ultimo anno l’82% della ricchezza mondiale prodotta è andato all’1% della popolazione, mentre il 50% meno abbiente non ha beneficiato di incrementi. Tra il 1980 e il 2016 più del 50% del mondo ha ricevuto un incremento di soli 12 centesimi per ogni dollaro di reddito globale; mentre il più ricco, cioè l’1% della popolazione mondiale, ne ha ricevuti 27.
In questo quadro di diseguaglianze economiche globali, è dunque evidente la spinta motivazionale del migrante, alla ricerca dell’auto sostentamento.
Da sempre la storia dell’umanità è una storia di migrazione, legata alla ricerca della sopravvivenza per un futuro migliore, per se stessi e per i propri figli. Tuttavia, anche se la principale leva può essere rappresentata dal miglioramento delle condizioni economiche, non va trascurato il processo e la complessità insita nella stessa decisione di migrare.
ll rapporto infatti parte dalla domanda perché migrare?
I principali benefici economici della migrazione derivano da migliori opportunità di lavoro e salari più elevati per la maggior parte dei migranti.
I flussi migratori internazionali mostrano che i differenziali salariali tra i mercati del lavoro di provenienza e quelli di accoglienza svolgono un ruolo particolarmente importante. Le persone sono più propense a spostarsi tra due paesi se le differenze salariali tra la fonte e la destinazione sono maggiori.
Bisogna considerare infatti che, se anche i benefici della migrazione possono essere significativi dal punto di vista economico, la migrazione ha costi elevati. Questi costi assumono molte forme diverse e variano tra i diversi paesi. Esse riguardano l’occupazione stessa, il genere, livelli di istruzione e gruppi di età. Si deve poi considerare il costo del viaggio, le difficoltà, e il rischio sociale o economico che l’insediamento in un nuovo paese comporta. Ma a questo elenco si aggiungono anche le barriere giuridico-normative collegate alle politiche migratorie adottate dai singoli paesi, e le difficoltà connesse all’apprendimento di una nuova lingua.
L’integrazione nel nuovo contesto non ha sempre un esito positivo.
Gli studi sui flussi hanno altresì evidenziato che la distanza (non solo geografica), tra il paese di origine e quello di arrivo, è molto importante per spiegare i modelli di migrazione globale. Ad esempio, la conoscenza della lingua del paese o della regione di destinazione svolge un ruolo essenziale nella decisione del migrante, sia per inserirsi nel mercato del lavoro del paese di destinazione, sia nel creare una rete minima di relazioni sociali e vitali.
Pertanto, la capacità di imparare a parlare rapidamente una lingua straniera può essere un fattore cruciale nella scelta di un dato luogo.
Anche la contiguità rappresenta un fattore importante nella determinazione dei flussi. La migrazione diminuisce con la distanza. E’ stato osservato inoltre che linguaggio comune, e storia coloniale condivisa, rappresentano un punto di contatto che va considerato.

Diversi studi dimostrano che i modelli globali di migrazione bilaterale sono influenzati da somiglianze linguistiche; le somiglianze culturali e linguistiche aiutano il processo di integrazione, riducendo il costi personali della migrazione.

Ma chi sono i migranti?

Spesso hanno competenze e qualifiche di alto livello e sono sottopagati e sottostimati in termini di capitale umano, con il conseguente spreco di quest’ultimo. Scappano sovente da contesti di guerra e condizioni ambientali avverse.
Negli ultimi decenni i mercati del lavoro hanno subito cambiamenti drammatici dovuti ai rapidi cambiamenti tecnologici, e conseguenti cambiamenti strutturali nei modelli di occupazione e di disuguaglianza salariale.
Ma va sottolineato che, nonostante i dati sulla migrazione mondiale, tra il 1960 e il 2015, affermino con chiarezza che non siamo di fronte ad un nuovo allarme migrazione, nell’attuale quadro delle disuguaglianze mondiali, la percezione comune assegna al migrante, prima vittima della disuguaglianza, la colpa dei guai economici che colpiscono la fascia più povera dei lavoratori nativi, i quali li accusano di favorire la disoccupazione locale e l’abbassamento dei salari.
Si può dire che alla povertà del contesto nel quale il migrante approda, si associa altra povertà, mista al razzismo, disagio sociale, sanitario, educativo e ambientale.

L’intervento della professoressa Capogna si conclude con un richiamo all’importanza di politiche eque ed efficaci che l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni ha fatto confluire nel Manifesto per il migrante nei paesi in crisi.

  1. Salvare vite umane
  2. In quanto esseri umani, tutti i migranti hanno diritto ai diritti umani
  3. Gli Stati hanno la responsabilità primaria di proteggere i migranti i territori e i propri cittadini, anche quando si trovano all’estero
  4. Gli attori del settore privato, le organizzazioni internazionali e la società civile giocano un ruolo significativo nella protezione dei migranti e nel sostegno agli Stati per proteggere migranti
  5. L’azione umanitaria a tutela dei migranti dovrebbe essere guidata dai principi di umanità, neutralità, imparzialità e indipendenza
  6. I migranti sono titolari di diritti e attori capaci, resistenti e creativi, capaci di rispondere alle avversità
  7. I migranti rafforzano la vitalità sia dello Stato ospitante che di quello d’origine in diversi modi
  8. È necessaria un’azione a livello locale, nazionale, regionale e internazionale per migliorare le risposte ai flussi migratori globali
  9. Partenariati, cooperazione e coordinamento sono essenziali tra Stati, operatori del settore privato, organizzazioni internazionali, società civile, comunità locali e immigrati
  10. La ricerca continua, l’apprendimento e l’innovazione migliorano il nostro collettivo risposta.

 

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