Rapporto medico-paziente: tra nuove alleanze e controversie

RAPPORTO MEDICO PAZIENTE

di Giulia Cecchini

Nel corso della tavola rotonda del 25 giugno 2020, realizzato dal Centro di Ricerca DiTES, la riflessione sull’importanza delle tecnologie digitali nell’ambito sanitario cominciato lo scorso 18 giugno, è proseguita in una logica di ripensamento della cura e della persona.

Per riuscire ad apportare un reale contributo alla condizione frammentata post pandemica in cui ci troviamo, è necessario entrare nel merito della relazione umana che abita l’organizzazione sanitaria, ospedaliera e, in generale, le organizzazioni preposte alla cura.

Il contributo dei quattro relatori intervenuti in questa occasione ha problematizzato la relazione medico-paziente attraverso una chiave critica, interrogandosi su come tale relazione possa essere supportata e accompagnata – anche – attraverso l’ausilio delle tecnologie.

Come intervento di apertura, il Dott. Emilio Greco – esperto di tecnologie digitali applicate alla salute presso la Link Campus University – ha contestualizzato la tematica relazionale nel passaggio epocale avvenuto in pieno lock-down, partendo da una riflessione sugli strumenti normativi che hanno introdotto le prime forme di distanziamento sociale. A questo proposito ha ricordato “solo intorno ad aprile, alcuni epidemiologi hanno cominciato a sostituire l’espressione distanziamento sociale con quella più opportuna di distanziamento fisico” rammentando, inoltre, come le tecnologie abbiano alleviato la percezione di allontanamento sociale limitandolo, appunto, al piano fisico. In tema di promozione della salute e prevenzione delle malattie, l’intervento del Dott. Greco ha messo in moto una riflessione – fil rouge di questa tavola rotonda – sul ruolo delle scienze sociali e, in particolare, sul compito della Sociologia nell’accompagnare i soggetti ad adottare comportamenti positivi, orientati alla socialità e alla comunità.

Nella prosecuzione del giro di tavolo il prof. Cleto Corposanto dell’Università Magna Grecia di Catanzaro ed esperto di Sociologia della Salute, ha posto in evidenza alcuni trade off derivati dall’emergenza pandemica, tra i quali si evidenzia ad esempio la netta discrepanza tra frenesia delle professioni sanitarie e lentezza di professioni altre, molte arrestatesi da marzo 2020.

Proprio in un’ottica di ripensamento della relazione medico paziente, il prof. Corposanto ha evidenziato quattro trade off su cui riflettere:

  1. La polarizzazione tra Medicina di base da un lato e Health System dall’altro, dove il quotidiano sembra non potersi fondere con la medicina di precisione.
  2. Sapere esperto vs Sapere diffuso, che deriva dai percorsi di autocura e che, in questo periodo di emergenza sanitaria, ha tentato di riproporsi attraverso l’eccessivo utilizzo di App e wearable devices argomentati nella Tavola Rotonda del 18 giugno. In passato le evidence base medicine trascuravano, nel pensiero comune, gli aspetti relazionali nel percorso di cura. Per questa ragione, oggi, l’approccio medico deve ripensarsi includendo un approccio misto che preveda l’utilizzo di una parte evidence e l’altrettanta imprescindibile narrative.
  3. Credibilità scientifica vs Fake news diffuse dalle tecnologie: quale polarizzazione caratteristica di questo momento in cui la lentezza – istanza necessaria delle scienze certe -viene evitata da una società veloce, affetta da scientismo e che rischia di diffondere false certezze.
  4. Aspetti bio-pandemici e socio-pandemici, come cause della pandemia, che polarizzano eccessivamente le “responsabilità” dell’emergenza e che potrebbero, invece, convergere.

L’intervento sulla telemedicina del dott. Andrea Bisciglia (cardiologo clinico e interventista presso l’Azienda Complesso Ospedaliero San Filippo Neri di Roma e Responsabile dell’Osservatorio su sanità digitale di AIDR) ha rafforzato l’importanza di ri-stabilire empatia, sintonia e simpatia come punti di forza nella relazione medico paziente. In particolare, la medicina di precisione è stata accelerata nel corso della fase 1 del Covid-19, anche grazie alla telemedicina.

I pazienti dei medici di base, infatti, hanno potuto accedere, con maggiore fruibilità, alle comunicazioni del proprio medico e il 30% dei pazienti cronici sono stati monitorati a distanza prevedendo l’invio dei parametri di base e la restituzione di indicazioni terapeutiche grazie all’ausilio di tecnologie. Ma se da un lato il 68% dei medici riconosce la forte accelerazione che la telemedicina ha tenuto nel periodo di lock-down, dall’altro non bisogna dimenticare gli effetti perversi e le criticità che tale rivoluzione comporta in professionisti sanitari poco formati all’utilizzo delle tecnologie.

Il 30% dei medici generali, infatti, sono ad oggi contrari all’ausilio di strumenti di teleassistenza sostenendo che indeboliscono la relazione umana e non tutelano la dimensione privata del rapporto di cura.

“Il prezzo da pagare per sviluppare la fluidità relazionale ormai parte di questa comunità post pandemica è, infatti, il tema della privacy”. Con quest’affermazione Corrado Giustozzi, esperto di sicurezza cibernetica del CERT-AGID, ha trasferito il tema cyber security nell’Health System: le tecnologie ICT sono un amplificatore dell’azione umana che ci permette di fare più cose in una minore unità di tempo, il che non migliora necessariamente l’azione, ma ne aumenta senz’altro la quantità. Bisogna far evolvere il sistema in modo equilibrato. Le tecnologie hanno sviluppato elementi di validità ma altrettanti pericoli che vengono sottaciuti dall’esterno.

In tema di strumenti tecnologici a supporto della relazione medico-paziente, la dott.ssa Lia Alimenti (assegnista di ricerca DASIC) ci ha spiegato come la relazione medico-paziente stia migliorando attraverso l’implementazione delle tecnologie che ne riducono le distanze ma anche i costi. L’utilizzo diffuso dei chatbot – o healthbots nel settore healthcare – sta contribuendo a determinare un passaggio essenziale dalla visione paternalistica al modello patient centred, ma è necessario introdurli strategicamente, sottraendosi dalla tentazione di calarli dall’alto e senza dovuti accompagnamenti.

In conclusione, è emersa l’esigenza di analizzare l’incidenza delle tecnologie digitali nella relazione medico-paziente attraverso un approccio multi-disciplinare e multi-prospettico; tutte le discipline scientifiche che hanno sviluppato interventi in questa sede devono rientrare tra i preziosi contributi per ripensare le relazioni in sanità. Le professioni che conosciamo oggi in ambito sanitario, manterranno e aumenteranno il loro livello di competenze cliniche ma è indispensabile che le scienze sociali, pedagogiche e formative entrino nei percorsi formativi che si presentano sempre più complessi.

Nel tirare le fila delle conclusioni la prof.ssa Capogna, direttrice scientifica del centro di ricerca DITES della Link Campus University, sottolinea che le nuove tecnologie si confermano strumento indispensabile per attualizzare il dialogo medico-paziente nel quadro della società iper connessa in cui viviamo e schivare, altresì, il rischio di considerare le Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione una panacea contro ogni male del periodo pandemico, e soprattutto post-pandemico.

A suo avviso vi sono tre punti essenziali dai quali ripartire per future riflessioni.

  • Il primo punto riguarda lo sforzo di ripensare l’alleanza tra gli attori sociosanitari e territoriali disegnando un diverso sistema assistenziale soprattutto laddove ci sono cronicità e fragilità che vanno de-ospedalizzate, valorizzando lo spazio sociale dei soggetti in cura.
  • Il secondo punto investe la dimensione culturale che assume una deriva sempre più difensiva e pericolosa che alimenta la medicina legale piuttosto che la co-responsabilità dei percorsi di cura e prevenzione.
  • Il terzo punto riguarda la necessità di riconsiderare il ruolo della scienza nella società evitando pericolosi effetti delega. Alla scienza bisogna porre le domande giuste, ma soprattutto rispettarne i tempi e sviluppare riflessioni ponderate.

Per concludere, in una società che appare sempre più frammentata e tecnologica e che vive una profonda crisi del sistema socio-sanitario, la relazione medico-paziente diventa cruciale ed è urgente porvi attenzione, veicolando l’apprendimento di nuove aree di competenza, anche in un’ottica – non più derogabile – di life long learning.

Scarica la Locandina
Scarica la Presentazione

I chatbot in sanità: gli healthbots

Rapporto medico-paziente tra nuove alleanze e controversie

di Lia Alimenti


Read PDF

Rassegna Stampa

30/06/2020 Sardegna Reporter – “Il complesso rapporto medico-paziente: tra nuove alleanze e controversie”

30/06/2020 PRP Channel – “Il complesso rapporto medico-paziente: tra nuove alleanze e controversie”

30/06/2020 Il Monito – “Il complesso rapporto medico-paziente: tra nuove alleanze e controversie”

30/06/2020 Italia Notizie 24“Il complesso rapporto medico-paziente: tra nuove alleanze e controversie”

Rapporto medico-paziente: tra nuove alleanze e controversie

25/06/2020


Digital Conference