DIGITAL TALEN FAIR 2020
Il giorno 4.11.2020 il Centro di ricerca DITES (Digital Technologies, Education & Society) ha partecipato alla DIGITAL TALENT FAIRE, la prima grande fiera digitale dedicata all’Orientamento scolastico-professionale, al mondo del lavoro, all’università e alla costruzione del futuro.
La fiera promossa da EMPLOYER LAND ha visto la partecipazione di molte aziende e la partecipazione di 8000 iscritti che hanno seguito la due giorni di eventi, interventi e presentazioni che si sono svolte tra il 4 e il 5 novembre 2020.
Al digital talk hanno preso parte Stefania Capogna che ha introdotto un dialogo a più voci con due ospiti di eccezione sul tema Comunicare nella società 5.0. Sfide e opportunità dell’era digitale.
Alessandro Capezzuoli, Data Scientist ISTAT, Responsabile dell’Osservatorio dati, professioni e competenze dell’AIDR ha illustrato i mestieri della comunicazione nell’era digitale e Sandro Zilli, Innovation Manager, Responsabile dell’Osservatorio Innovazione e Crescita Digitale dell’AIDR che si è soffermato sul tema della Digital innovation tra tecnologia e socialità.
La riflessione si è sviluppata attorno al quesitò perché studiare comunicazione e innovazione digitale oggi?
Pur partendo da presupposti e prospettive differenti il confronto ha messo in luce la centralità della dimensione culturale che fa da sfondo ai driver del cambiamento nell’epoca che stiamo attraversando.
E’ sotto gli occhi di tutti, infatti, che uno dei principali fattori di cambiamento è rappresentato dalle innovazioni tecnologiche che hanno cambiato radicalmente la comunicazione tra imprese e consumatori, con impatti sull’ambiente, sui modelli di business e sui sistemi di organizzazione e relazione complessivi, con evidenti ricadute sull’assetto socio-economico, demografico e ambientale, a livello locale e globale.
Si tratta di cambiamenti che interessano le persone e le comunità a tutti i livelli; per questa ragione, le organizzazioni e le istituzioni a soprattutto le persone sono chiamate ad adeguarsi al nuovo contesto e alle nuove sfide, determinate dalla rivoluzione digitale, al fine di trasformare le crisi poste da questi cambiamenti in opportunità di crescita.
Zillli ricorda che sul fronte tecnologico, le innovazioni che più di altre impatteranno sul settore della comunicazione possono essere ricondotte alle trasformazini introdotte da: l’Intelligenza Artificiale (AI); l’ Internet delle cose (IoT); lo sviluppo della robotica, della realtà virtuale e della realtà aumentata ecc.. Ma tutte le innovazioni tecnologiche sono nulla senza un’adeguata formazione culturale oltre che digitale che sia in grado di dare senso, significato e valore a tutte queste innovazioni e trasformazioni, per tradurle in pratiche reali accessibili a tutti.
Sulla stessa scia, si pone Capezzuoli che spiega il perché uno degli asset essenziali nel rendere effettiva, positiva e utile qualsiasi innovazione tecnologica è dato dal ruolo della comunicazione; motivo per cui egli si sofferma su una breve disamina del modo in cui la comunicazione si è modificata attraverso le innovazioni tecnologiche e di come, al contempo, si è trasformato il sistema delle professioni che ruotano attorno a questo mondo. Comunicazione e innovazione appaiono sempre più oggi strettamente interconnesse perché è chiaro che rifiutando ogni semplicistica soluzione che si basa su una visione deterministica dell’innovazione tecnologica, diventa evidente la rilevanza delle dimensioni immateriali, soft e culturali che sottendono, accompagnano e indirizzano ogni processo di trasformazione. Ed è in questo spazio di possibilità che si inserisce la centralità della comunicazione e la necessità di promuovere la formazione di figure esperte competenti su questo piano, capaci di coniugare mediante un rigoroso approccio etico cultura, visione e innovazione.